La preparazione dei vasi…In queste settimane, l’arrivo, finalmente, della primavera con temperature decisamente più gradevoli, ci spinge a dedicare un po’ di tempo a riempire i nostri vasi di piante e di fiori.

Facciamo dunque il punto su come dobbiamo operare per ottenere i migliori risultati.

Il drenaggio.
Usando un vaso comune, è doveroso creare uno strato di drenaggio sul fondo per evitare che l’acqua delle innaffiature o la pioggia infradici il terreno. Possiamo realizzarlo utilizzando della ghiaia grossolana oppure l’argilla espansa. È importante sapere che questo strato deve essere sempre un poco più alto dell’altezza del sottovaso; in caso contrario, se il sottovaso si riempie (ma è sempre bene tenerlo vuoto), l’acqua rientra nel vaso e infradicia la terra.

 

Il vaso Fly è dotato di un particolare sul fondo che favorisce l’ossigenazione delle radici. 

 

Se il vaso è grande e non dispone di sottovaso, possiamo dotarlo di uno strato di drenaggio di uno-due dita, ma solleviamolo dal pavimento usando dei tappi di plastica (quelli delle bottiglie per intenderci). Questo accorgimento faciliterà lo sgrondo dell’acqua in eccesso.

Se usiamo vasi a riserva d’acqua, non serve fare lo strato di drenaggio: una grata sul fondo del vaso separa la riserva d’acqua dal terreno e non serve altro.

 

Il terriccio.
Per riempire i nostri vasi possiamo usare la terra del giardino o dell’orto, se l’abbiamo, ma il rischio è di introdurre con la terra parassiti o larve che in giardino avrebbero vita breve, ma che sul nostro balcone non troverebbero antagonisti con risultati evidentemente disastrosi.

Meglio dunque acquistare del terriccio in sacco, scegliendolo di buona qualità, cioè dotato di torbe bionde e scure, appropriato per il tipo di piante che intendiamo coltivare. Soprattutto, trapiantiamo le acidofile in terreno acido, le cactacee in terriccio per cactacee. La presenza di pallini bianchi (perlite) nel terreno ne migliora la porosità evitando che le radici soffochino in caso di forti e prolungate piogge.

 

vaso Fly Bama

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Il concime.
Anche se alcuni terricci sono venduti già arricchiti di concime utile, si dice, per i primi tre mesi, è sempre bene al momento del trapianto, arricchire il nostro terriccio con del concime. Il migliore in assoluto è il letame pellettato (bovino o equino). Si tratta di un prodotto naturale essiccato: non puzza e ha tutte le caratteristiche del prodotto fresco, ovvero una dotazione completa di elementi nutritivi e una buona dotazione di azoto, fondamentale nelle prime fasi di crescita delle piante.

Ne basta una manciata in un vaso da 20 cm di diametro, due manciate in   una cassetta da 50 cm di lunghezza. Mescoliamolo al terriccio che poniamo sul fondo del vaso e che usiamo per riempirlo dopo aver messo la pianta.

 

Questa concimazione “di fondo” basterà a fornire nutrimento alla pianta nel primo mese; poi, proseguiremo con i concimi liquidi, pratici e facilmente dosabili, da fornire sempre sul terreno già umido una volta alla settimana o ogni dieci giorni.
Infine, se la pianta richiede un tutore, mettiamolo insieme alla pianta, non dopo, o rischieremmo di rovinare le radici.

In genere le piante fiorite o in boccio vanno trapiantate senza toccare il pane di terra, pena l’arresto della fioritura. Se vediamo che le radici avvolgono il pane di terra, è utile con un coltello affilato non seghettato inciderle muovendo la lama dall’alto verso il basso, in tre-quattro punti; questo faciliterà l’estensione delle radici e l’attecchimento.
Non dimentichiamo di bagnare abbondantemente la pianta dopo il trapianto, indipendentemente dal tipo di vaso che impieghiamo.