Reperti fossili ritrovati nell’America del Nord testimoniano dell’esistenza della rosa già oltre 40 milioni di anni fa, e alcuni studiosi hanno ipotizzato un’origine nordica della pianta, che poi si sarebbe andata spostando e adattando sempre di più al clima meridionale. È una certezza invece che la rosa abbia avuto un ruolo fondamentale nella cultura occidentale: oltre alla sua presenza in giardino, essa è stata presente nella nostra cucina alla base di mieli, vini, dolci e altre pietanze. Oggi i frutti della Rosa Canina sono utili nella preparazione di marmellate e conserve, e con i petali della Rosa Gallica viene prodotto il miele rosato. Per i suoi molteplici significati simbolici è stata cantata da poeti e scrittori, viene spesso citata nei libri dell’Antico Testamento e la stessa nascita del dio della guerra, Ares, viene attribuita a questa pianta. Si narra, inoltre, che il colore originario della rosa fosse il bianco e che abbia poi assunto la sfumatura rossa perché bagnata dal sangue di Adone, di cui si era innamorata Afrodite e che venne ucciso da Ares per gelosia.
Al di là di ogni possibile elucubrazione, resta il fatto che avere una rosa fiorita in terrazzo o in giardino è sempre motivo di grande soddisfazione. C’è chi pensa che non cresca bene in vaso, ma è un errore. Si tratta di una pianta molto rustica, capace di sopportare estati calde così come inverni gelidi, senza problemi. Volendola coltivare in vaso il nostro unico problema deve essere la grandezza del contenitore e il tipo di terriccio usato. Il vaso deve avere un’altezza di almeno 50 cm (le radici della rosa affondano oltre 40 cm) e il terriccio deve essere scelto tra quelli appositamente indicati “per rose”, perché hanno una quantità di torba utile a garantire la corretta ritenzione idrica senza soffocare le radici.
Per questo va molto bene il vaso Piramide di Bama o il vaso Roma (semicircolare). Se l’acquistiamo ora, rinvasiamola senza toccare il pane di terra che racchiude le radici. Mescoliamo al nuovo terriccio alcune manciate di letame pellettato per assicurare il nutrimento necessario e annaffiamo molto bene. Ci basterà poi annaffiare una volta alla settimana fino a ottobre; l’anno prossimo la nuova pianta darà il meglio di sé.