Lo chiamiamo comunemente filodendro (benché questa sia una famiglia che comprende molte specie diverse, tutte bellissime secondo noi, ma diverse) ma c’è chi la chiama “pianta del pane”. Il suo nome scientifico è Monstera deliciosa e deve il suo nome, che letteralmente significa “che genera mostri”, alle sue grandi foglie profondamente divise tra le venature che la rendono decisamente originale. È una delle piante d’appartamento tra le più diffuse, specialmente in quelle case dove lo spazio permette di godere delle sue dimensioni. La troviamo più facilmente all’ingresso degli uffici, negli androni dei palazzi, nelle sale d’aspetto, grazie alla capacità, con la sua sola presenza di abbellire un qualsiasi ambiente.
L’origine del Filodendro è da ricercare nelle foreste tropicali del Guatemala dove può godere di tanta luce diffusa, ma dove probabilmente non vede mai il sole diretto, coperta com’è da piante più grandi.
E questo già ci fornisce una buona indicazione su come tenerla al meglio in casa: tanta luce, ma mai al sole. La luce solare diretta può provocare infatti delle macchie rossastre sulle sue foglie lucenti. Un tutore coperto di muschio umido permette alla pianta di svilupparsi in verticale diventando, con poche cure, alta un paio di metri e più. È una pianta robusta che richiede da parte nostra ben poche cure. Sostanzialmente acqua, quanto basta a mantenere il terreno sempre un poco umido, mai fradicio (vuotiamo sempr eil sottovaso); bagniamola tanto durante la bella stagione in base alla temperatura, molto meno in inverno, giusto per supplire al riscaldamento. In queste settimane, in casa, sarà utile mantenere il muschio umido nebulizzandolo un paio di volte alla settimana. Questo manterrà un microclima umido tra le foglie a tutto beneficio della pianta. A partire da aprile forniremo anche del concime liquido per piante verdi ogni due settimane fino a ottobre. Potremo anche metterla all’aperto, sul terrazzo o in giardino, ma sempre in posizione luminosa ma non colpita dal sole. Alla fine dell’inverno potremo anche rinvasarla usando un vaso appena più grande di quello in cui l’abbiamo acquistata e solo se appare decisamente piccolo e sproporzionato. La Monstera non ha bisogno di molta terra. Puntiamo perciò alla stabilità: sviluppandosi verso l’alto ha bisogno di una base solida. Un buon espediente, al momento del rinvaso, è mettere una o più pietre alla base, prima di mettere la ghiaia o l’argilla che useremo per il drenaggio: il loro peso darà maggiore stabilità al tutto.