Sembrano così lontani, in questo periodo, i giorni in cui ci lamentavamo per il caldo… È incredibile quanto possa variare il clima per quei pochi gradi di inclinazione terrestre.
Siamo vicini al sole, come succede in estate, ma dobbiamo combattere contro il freddo anziché contro il caldo. Ma le piante, come vivono queste escursioni termiche? Come possono sopravvivere? E sono veramente “in letargo”?
Ci viene subito da pensare che le piante sono abituate a questi ritmi da molto più di noi, sono nate e si sono evolute con questi ritmi e molte di loro sono sopravvissute anche a periodi glaciali, nel vero senso della parola.
Lo scudo termico rappresentato dal tronco fa la sua parte evitando che i sottili vasi linfatici al suo interno scendano a una temperatura di congelamento. Molte piante hanno persino sviluppato una specie di anticongelante che le rende immuni dai rigori dell’inverno. Altre, soprattutto erbacee, ma non solo, lasciano al loro destino la parte aerea, lignificando il possibile ma lasciando morire tutto ciò che non potrebbe resistere al gelo; salvo poi rinascere ai primi tepori e sorprendendoci ogni volta per la loro capacità di rinascita. Pensiamo alla clematide, alla fucsia, alla stessa stella di Natale…
Durante l’inverno, si dice, le piante entrano in una sorta di letargo; non è del tutto vero. La fotosintesi si interrompe perché non ci sono le foglie che la svolgono e quindi le sostanze non vengono trasformate in zuccheri, l’anidride carbonica non viene scissa in Ossigeno e Carbonio, l’intera pianta appare come legno inanimato. Ma noi sappiamo che invece è solo in stato difensivo; ha eliminato tutto ciò che, gelando, può diventare un danno e concentra la sua attività sotto terra. Le radici si rinforzano: sfruttando il fatto che sotto terra il gelo non arriva (non in profondità), continuano a lavorare accumulando sostanze di riserva che serviranno proprio quando la pianta dovrà tornare a vegetare.
In quel momento, a primavera, lo sforzo della pianta dovrà essere massimo, non solo per produrre nuove foglie e nuovi rami, ma anche per predisporsi alla fioritura.
Ci possiamo accorgere di questa attività sotterranea nell’osservare le gemme di alcune piante, la magnolia, la forsizia, la camelia o la stessa rosa, che nel corso dell’inverno si gonfiano, pronte ad aprirsi appena la temperatura permette la normale attività vegetativa.